Luglio 2022: un itinerario nella Sicilia nord occidentale
Giorno 1 | Arrivo a Termini Imerese, Art Nouveau a Mondello, Balestrate
Giorno 2 | Escursione ad Erice, uno dei borghi più belli d’Italia
Giorno 4 | Pomeriggio sulla spiaggia di Macari e serata a San Vito Lo Capo
Giorno 5 | Escursione al Parco Archeologico di Segesta
Giorno 6 |Visita e degustazione alle Cantine Assuli
Giorno 8 | Escursione a Favignana e visita dell’ex stabilimento Florio
Giorno 10 | Palermo, visita al Palazzo dei Normanni, serata all’Arenella
Giorno 11 | Visita al Palazzo della Zisa e passeggiata a Cefalù
Questa estate abbiamo optato per un itinerario in Sicilia, più precisamente nella zona nord occidentale, da Palermo a Trapani. Per i primi 4 giorni faremo base a Balestrate, i quattro successivi a Trapani, infine gli ultimi due a Palermo.
A Civitavecchia ci imbarchiamo con la nostra auto, la nave è diretta a Termini Imerese. A bordo siamo davvero in pochi, viaggiare ai primi di luglio ha indubbiamente dei vantaggi.
Sbarcati la mattina seguente a Termini Imerese, percorriamo la strada statale 113 Settentrionale Sicula che si snoda lungo tutta la costa settentrionale della Sicilia, da Messina a Trapani, passando per Palermo. La nostra prima sosta è a Mondello. Il lido di Palermo è anche una delle capitali dell’Art Nouveau in Italia e nel Mediterraneo, grazie alle numerose ville private in stile Liberty costruite nel corso del Novecento. Lo stabilimento più caratteristico sulla spiaggia di Mondello è sicuramente il Charleston, un edificio in cemento armato su palafitte realizzato nel 1908 che fino a qualche anno fa ospitava uno dei ristoranti più chic di Palermo.
Proseguiamo per Balestrate, dove alloggeremo i primi giorni. Sebbene Balestrate non offra particolari attrazioni l’abbiamo scelta per la sua breve distanza da Segesta, Scopello, S. Vito lo Capo, Erice e Trapani. Siamo ospiti di una casa vacanza molto originale, Le Luminarie, facente parte di un più ampio progetto artistico culturale. Il giovane proprietario, Nino, è una persona gradevole ed interessante. Gli appartamenti hanno la caratteristica di essere arredati con mobili realizzati da artigiani siciliani usando materiali riciclati, hanno una graziosa vista mare e si trovano a 5 mn di cammino da una spiaggia di sabbia.
Dopo esserci ricongiunti con gli amici provenienti da Agrigento ed un primo tuffo nel mare della Sicilia, ceniamo al ristorante Al Paguro, nella zona pedonale di Balestrate, dove, naturalmente, le specialità sono i piatti a base di pesce.
Ci concediamo una mezza giornata di relax e nel pomeriggio ci dirigiamo verso Erice che dista circa un’ora.
Per scoprire Erice, conosciuta come la “Città delle cento chiese” e borgo tra i più belli d’Italia partiamo da Porta Trapani e ci addentriamo tra stradine e piazzette, costeggiate da chiese e palazzi nobiliari che si aprono lasciando intravedere dei panorami davvero suggestivi. Anche Virgilio nomina Erice nell’Eneide, rendendola una tappa del viaggio di Enea.
Simbolo di Erice è il Castello di Venere, realizzato dai Normanni. Il castello era recintato da torri, accanto alle quali si apre un giardino all’inglese dal quale si gode un panorama straordinario della Sicilia nord occidentale: da un lato la costa tirrenica del golfo di Trapani, con la punta di San Vito lo Capo all’orizzonte, e dall’altro lato il porto di Trapani, con le Saline e le isole Egadi.
Al termine della passeggiata ci fermiamo al ristorante bar Edelweiss, che trovo un nome un po’ improbabile per un locale in Sicilia, ma le mie perplessità vengono prontamente fugate dall’estroversione del cameriere e dalla lunga serie di sfiziosità che ci propone, caponata, arancine e altre delizie.
Uno dei tratti di costa più belli della Sicilia nord occidentale è senza dubbio la Riserva Naturale dello Zingaro. Ho provveduto a prenotare per tempo, dato che siamo in 12, un’escursione pomeridiana in barca con Blue Marine, in partenza da Castellammare del Golfo. Avremo la barca tutta per noi e faremo diverse soste bagno, per una durata totale di 3 ore circa.
Con la barca percorriamo tutto il tratto di costa alla scoperta delle splendide insenature della Riserva Naturale dello Zingaro. Ci fermiamo alla Grotta della Madonnina per un bagno all’interno di Cala Bianca e ai Faraglioni di Scopello da cui possiamo scrutare in lontananza l’antico borgo marinaresco della Tonnara. Una volta rientrati al porto, ceniamo, su consiglio del padrone di casa, al ristorante La Cambusa. Castellammare del Golfo è un grazioso borgo dalla vivace vita serale e notturna, è piacevole passeggiare nei suoi vicoli colmi di negozi e localini di ogni genere.
Una della località balneari più rinomate della Sicilia nord occidentale è senz’altro San Vito lo Capo. Partiamo dopo pranzo con l’intenzione di fare una sosta sulla spiaggia di Macari e il bagno nelle sue note acque cristalline. Effettivamente, il mare è bello, ma onestamente trovo Macari un po’ sopravvalutata. L’unico lido “attrezzato” che noleggia lettini e ombrelloni è sprovvisto di servizi igienici e bar, ciò nonostante abbiamo pagato 25 € per due sdraio e un ombrellone per 2 ore di permanenza, a fine pomeriggio, dalle 17 alle 19.
In compenso, a San Vito Lo Capo trascorriamo una bella serata da U Sfizziusu, sul lungomare. Il loro apericena dalle dimensioni XL, e i cocktail dell’estroso barman soddisfano tutta la compagnia.
E’ l’ultima serata che stiamo tutti insieme, purtroppo domani una parte del gruppo deve tornare a casa.
Balestrate si è rivelata un’ottima scelta. Ne ho apprezzato l’atmosfera autentica, il pane cunzato del forno, le colazioni al bar, le passeggiate mattutine lungo il mare e soprattutto il dolce suono della risacca che di notte proveniva dalla spiaggia.
Prima di salutare gli amici in partenza visiteremo il Parco Archeologico di Segesta, uno dei luoghi più affascinanti e misteriosi della Magna Grecia. Il suo antico teatro è considerato uno dei più belli del periodo classico, sia per l’ottimo stato di conservazione che per la sua spettacolare posizione sul Golfo di Castellammare e sulle colline trapanesi. Ogni estate il teatro riprende la sua funzione originaria diventando luogo vivo dove poter assistere a spettacoli classici e concerti musicali.
Proseguiamo quindi per Trapani dove resteremo per le prossime quattro notti. Staremo all’agriturismo Duca di Castelmonte, un baglio siciliano immerso nella vegetazione mediterranea tra palme e olivi, un luogo davvero consigliato per una vacanza in famiglia.
Mi hanno parlato delle Cantine Assuli come una delle più interessanti realtà nell’ambito della produzione di vini biologici di questa zona. Ho quindi prenotato una visita con degustazione.
Veniamo caldamente accolti da Gaspare, con il quale visitiamo la cantina e assaggiamo i loro vini bianchi delicati, i vini freschi, i vini sapidi che ricordano il mare e i vini rossi, che, influenzati dal caldo e dal vento, hanno un carattere più forte e deciso. Il Baglio di Assuli è stato recentemente ristrutturato e presto al suo interno verrà sviluppata anche un’attività ricettiva.
Il pomeriggio ci rilassiamo in agriturismo. Nello splendido giardino è presente un’area attrezzata con un parco giochi per bambini ed una piccola fattoria dove si possono accarezzare gli asini e le caprette.
Le nostre figlie ormai grandicelle preferiscono però divertirsi in piscina.
La giornata inizia con una passeggiata per le vie del centro storico di Trapani. La città custodisce splendidi edifici e chiese che meritano una visita.
Proseguiamo lungo le mura di Tramontana, residuo della antica cinta difensiva fatta costruire dal re di Spagna e di Sicilia Carlo V d’Asburgo, imperatore del Sacro Romano Impero. Lungo la passeggiata si aprono gli accessi al centro storico, un sottoportico, un paio di scalette in pietra. Uno di questi accessi scende fino a Porta Botteghelle e da qui si accede alla graziosa caletta e alla spiaggia sotto le mura.
Tra i tanti luoghi da vedere assolutamente in Sicilia nord Occidentale, vi sono senza dubbio Mozia e le saline dello Stagnone di Marsala. Ci andremo di pomeriggio.
L’isola di Mozia era un’antica colonia fenicia, influente centro commerciale per gli scambi tra Oriente e Occidente. Agli inizi del Novecento fu acquistata da Joseph Whitaker, archeologo ed erede di una famiglia inglese che si era trasferita in Sicilia arricchendosi con la produzione del Marsala.
Joseph Whitaker era nipote di Benjamin Ingham, il mentore di Vincenzo Florio, quell’imprenditore e industriale figlio di poveri commercianti di spezie immigrati ai primi anni dell’800 dalla Calabria, che nell’arco di pochi anni arrivò a creare un impero da cui dipendeva la prosperità economica della Sicilia.
La vicenda storica della famiglia Florio è raccontata in modo avvincente nel romanzo di Stefania Auci “I Leoni di Sicilia”.
Joseph Whitaker fece fare i primi scavi archeologici sull’isola di Mozia che oggi ospita l’omonimo museo dove sono conservati tutti i reperti ritrovati sull’isola.
Ci si arriva con delle barche a fondo piatto adatte a navigare le basse acque della Laguna dello Stagnone, un paesaggio naturale di straordinaria bellezza per i colori, i profumi, le bianche saline e i mulini a vento che lo rendono un luogo un po’ magico, fuori dal tempo.
Il tramonto alle saline di Marsala è considerato uno dei più belli al mondo. In effetti, i raggi del sole si riflettono sull’acqua contenuta nelle vasche delle saline e la presenza dei mulini a vento rende l’intera scenografia un qualcosa di unico, non a caso lungo la costa ci sono diversi localini che all’ora dell’aperitivo si riempiono di una folla giovane e vivace.
Per la cena approdiamo un po’ per caso da Cothon . Sebbene il ristorante sia un po’ datato e sembri fermo agli anni ’80, il cuscus e le busiate allo scoglio ci stupiscono, il pesce è fresco e i piatti abbondanti.
Le isole Egadi, (Levanzo, Marettimo e Favignana) sono tra le destinazioni più celebri e visitate della Sicilia Occidentale.
Oggi andremo a Favignana e rientreremo in serata.
Dobbiamo partire in tempo per trovare al porto un parcheggio per le auto (25 € per la giornata) e prendere il traghetto. La traversata è breve, circa 30 mn .
Favignana è considerata l’isola più ciclabile d’Europa, i mezzi a motore sono praticamente banditi e sono presenti 20 km di piste ciclabili quasi totalmente pianeggianti.
Scendendo dalla nave troviamo tantissimi noleggi. I prezzi sono tutti uguali, 5 € per una bici tradizionale, 15 € per l‘e-bike.
In sella alle nostre biciclette e muniti di cartina, andiamo alla scoperta di Favignana.
Appena dopo qualche centinaio di metri una bici si guasta e siamo costretti ad attendere la sostituzione. Quando ripartiamo si è fatto tardi e siamo accaldati, quando scorgiamo la prima cala ci tuffiamo tra gli scogli. Siamo a Cala Burrone. Il mare è un sogno.
In generale le biciclette sono in pessime condizioni, avremmo dovuto prendere l’e-bike…
Proseguiamo sotto il sole cocente verso la rinomata Cala Azzurra. Questa minuscola baia, a Maggio, dev’essere un incanto, ma a luglio non c’è posto nemmeno per stendere un asciugamano piegato in due, tanta è la folla sulla piccola spiaggia.
Un po’ delusi, riprendiamo la strada che corre lungo la costa meridionale dell’isola, intenzionati a fare un altro bagno tra gli scogli, ma in questo punto il mare è particolarmente freddo e nessuno trova il coraggio di immergersi.
Va bene così, rilassiamoci e contempliamo i colori del mare.
Quando torniamo al paese si è fatto ormai pomeriggio. Riconsegniamo le biciclette e ci dirigiamo verso la tonnara. Attraversando la piazzetta principale non possiamo non notare il monumento a Vincenzo Florio, un mito non solo in quest’isola ma in tutta la Sicilia.
A Favignana tutto parla dei Florio.
Tra l’Ottocento e l’inizio del Novecento, furono tra le famiglie più ricche d’Italia, protagonisti del periodo della cosiddetta Belle époque. Arrivarono a possedere una flotta di novantanove navi. L’impero aziendale spaziava dalla chimica al vino, dal turismo all’industria del tonno.
Favignana fu acquistata dalla famiglia Florio nel 1874. Vi fu costruita una grande tonnara e sperimentato un nuovo metodo di produzione. Anziché conservare il tonno sotto sale, come consuetudine del tempo, si sperimentò la conservazione del tonno sott’olio e l’inscatolamento nelle latte, metodo che poi si diffuse in tutto il mondo.
Tra le cose da fare a Favignana non può quindi mancare una visita all’ex stabilimento Florio, una delle tonnare più grandi di tutto il Mediterraneo. Visitare la Tonnara di Favignana è come fare un viaggio indietro nel tempo, alla scoperta delle tradizioni millenarie della pesca dei tonni, tramandate di generazione in generazione. Lo stabilimento era il luogo dove venivano custodite le attrezzature, le ancore e le barche della mattanza e costituisce uno degli esempi di archeologia industriale più famoso di tutta la Sicilia.
La visita supera le mie aspettative, merito anche della coinvolgente spiegazione della guida.
Torniamo dunque al porto per prendere il traghetto che ci riporterà a Trapani.
Lascio Favignana con un po’ di rimpianto. Non ho avuto abbastanza tempo per per apprezzarla. Sarei voluta restare qualche giorno in più.
L’ultima tappa della nostra vacanza sarà Palermo, ma prima faremo una sosta a Monreale.
Il Duomo di Monreale è famoso per i ricchi mosaici bizantini che ne decorano l’interno e fa parte del Patrimonio dell’umanità UNESCO nell’ambito dell’Itinerario arabo-normanno di Palermo e le cattedrali di Cefalù e Monreale.
Accanto al Duomo sorge il chiostro benedettino, uno splendido esempio di architettura bizantina che ricorda molto l’Alhambra di Granada, in Spagna. Gli archi disposti su ogni lato del chiostro sono sostenuti da elegantissime colonne in marmo lisce, intarsiate a mosaico, intagliate ad arabeschi.
Per restare sulle orme dei Leoni di Sicilia, concludiamo questa intensa giornata al borgo marinaro dell’Arenella.
Qui si trovano l’ex Tonnara Florio e la Palazzina dei Quattro Pizzi, uno degli edifici più particolari che caratterizzano l’architettura palermitana, dimora privata di Vincenzo Florio che vi si ritirò con la famiglia e dove ospitò i sovrani Borbone e lo zar Nicola I di Russia.
Purtroppo non ci è possibile visitare la Palazzina Florio (aperta solo il sabato e la domenica) ma dalla terrazza del Ristorante Trizzano abbiamo una prospettiva privilegiata sul porticciolo e mangiamo molto bene, è senza dubbio una delle migliori esperienze gastronomiche della nostra vacanza.
Prima di partire facciamo una sosta pranzo da Spinnato, uno storico caffè con gradevoli esterni sulla parte pedonale dell’elegante via Principe di Belmonte. Oltre alla classica rosticceria siciliana, ho trovato eccezionale la loro granita.
Dobbiamo lasciare l’hotel. Il check out previsto per le 12 ci è stato molto cortesemente esteso fino alle 14 senza costi aggiuntivi. Ultima rinfrescata e via.
Considerando che dobbiamo trovarci all’imbarco della nave intorno a mezzanotte, abbiamo ancora tutto il pomeriggio e la sera a disposizione. Decidiamo così di andare a Cefalù, altro borgo incluso nella lista dei più belli d’Italia.
Una delle principali attrazioni di Cefalù è il Duomo, vero gioiello di architettura arabo-normanna, Patrimonio dell’umanità Unesco.
Cefalù è una cittadina medievale davvero graziosa e curata. Il Borgo marinaro dalle antiche case fronteggianti il mare è particolarmente suggestivo, tant’è che vi fu girata un’indimenticabile scena del film di Giuseppe Tornatore, “Nuovo Cinema Paradiso”.
Facilmente raggiungibile anche in treno, è una destinazione molto adatta per una gita giornaliera da Palermo, per una breve vacanza con bambini oppure come base per esplorare le vicine isole Eolie.
Con questo bel tramonto termina la nostra giornata a Cefalù e con esso anche la nostra lunga e intensa vacanza in Sicilia.
Usa WhatsApp, ti risponderò al più presto!