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Marocco in Primavera. Marrakech, Ouarzazate e le dune di sabbia dorata dell'Erg Chebbi

Pasqua 2019

Questo viaggio nasce tra couscous e tajine, durante una cena a Le Mansouria, un ristorante marocchino a Parigi (leggi il post Eurodisney e Parigi ).

Sommario

Giorno 1 | Arrivo a Marrakech, passeggiata alla Medina, Visita al Palais de la Bahia e al Souk

Per queste vacanze di Pasqua abbiamo deciso di visitare il sud del Marocco. Arriviamo con un volo diretto Ryanair, all’aeroporto di Marrakech ci attende il taxi mandato dall’albergo. Staremo per la prima notte in un Riad, una tipica casa di famiglia su due piani raccolta intorno ad un giardino con alberi da frutto e una fontana al centro

Nonostante il costo davvero esiguo (50 € a notte a camera compresa la prima colazione) la casa si rivela un piccolo paradiso: silenziosa, pulita, con letti comodi e lenzuola profumate di fresco. Riad Agathe, nella parte vecchia della città a 10 mn di cammino da Piazza Jemaa El-Fna.

Riad Agathe Marrakech
Riad Agathe

Per cominciare, ci affidiamo ad una guida autorizzata, con la quale faremo un giro della città. A Marrakech è bene essere pronti all’idea di essere costantemente sotto assedio di accompagnatori improvvisati, procacciatori e mendicanti. Con la guida attraversiamo la Medina, passiamo di fronte alla Moschea Koutoubia che possiamo vedere soltanto dall’esterno, non essendo consentito l’accesso ai non musulmani.

Moschea Koutoubia Marrakech
Moschea Koutoubia Marrakech
Moschea Koutoubia Marrakech 2
Moschea Koutoubia Marrakech

Proseguiamo per il Palais de la Bahia, un sontuoso edificio di fine ‘800 completamente ricoperto dalle più raffinate decorazioni, i soffitti sono intarsiati in legno dipinto, i pavimenti  rivestiti di marmo bianco di Carrara e le pareti decorate con mosaici gialli e blu. Il palazzo è anche circondato da uno splendido giardino.

Palais de la Bahia 1
Palais de la Bahia Marrakech
Palais de la Bahia 2
Palais de la Bahia Marrakech
Palais de la Bahia 3
Palais de la Bahia Marrakech
Palais de la Bahia 4
Palais de la Bahia Marrakech

Dopo la visita al Palais de la Bahia, andiamo nei souks. Senza una guida è difficile orientarsi, la cartina si rivela subito inutile e il GPS non prende. O ci si addentra senza una meta precisa oppure si è costretti a chiedere indicazioni a negozianti e passanti e ad affidarsi ad accompagnatori improvvisati che ti assediano in continuazione sperando di racimolare qualche spicciolo. Entriamo in una sorta di farmacia che vende prodotti naturali, come il prezioso olio di argan, dove ci propongono un massaggio decontratturante e ci decorano le mani con l’henné, e dopo in un negozio di artigianato dove restiamo rapidamente incastrati in collaudate tecniche di vendita. Al termine di una lunga trattativa, compriamo uno splendido specchio intarsiato, il quale, seppur con mille peripezie, un mese dopo è stato consegnato, come concordato, a casa nostra in Italia.

Per la cena ci affidiamo ancora alle indicazioni della nostra guida ma l’esperienza si rivela molto turistica e abbastanza scadente, a volte è meglio seguire le indicazioni di una consolidata guida cartacea.

Un’esperienza divertente da fare a Marrakech è una corsa in tuk tuk, la classica apetta che lì funge da taxi. Anche per questo si rende necessaria una trattativa, ma la corsa sul mezzo rumoroso e sgangherato è stata divertente.

decorazione mano con henné

Giorno 2 | Partenza per il tour del sud attraverso i monti dell’Atlante, visita alla Kasbah di Ait Benhaddou, visita agli studi cinematografici Atlas e arrivo a Ouarzazate

Ho acquistato un tour di 4 giorni con Morocco Excursions, un tour operator locale. Viaggeremo in fuoristrada e dormiremo ogni sera in un luogo diverso. Hamid, giovane berbero di collaudata esperienza, sarà a nostra disposizione facendo da autista e da guida.

Appena fuori dalla città, incontriamo un posto di blocco dove ci fanno la multa perché le ragazze sedute dietro non hanno messo le cinture di sicurezza. Qui non si transige. Proseguiamo costeggiando villaggi di fango privi di acqua corrente ed elettricità lungo una strada piena di tornanti. Stiamo attraversando i monti dell’Alto Atlante, nel giro di un paio d’ore il paesaggio si è completamente trasformato, ci troviamo a 2260 m di quota circondati da vette innevate e un freddo inaspettato.

da Marrakech a Tizi N Tichka
Tizi N Tichka
cartello Col du Tichka
da Marrakech a Tizi N Tichka 2

Superato il Passo del Tichka (2260 slm), la strada comincia a scendere e il paesaggio cambia di nuovo rapidamente. Ai lati delle strade sono visibili gli accampamenti dei pastori nomadi. Dopo circa 1 h e 30 arriviamo a Ait Benhaddou, una kasbah in mattoni rossi e tetti di paglia e fango che è stata il set cinematografico di numerosi film come Il Gladiatore e Gesù di Nazareth. Pranziamo e facciamo una breve visita guidata della kasbah salendo fino al villaggio fortificato dal quale di gode di una spettacolare vista sulla palmeraie e sul deserto roccioso circostanti.

Ait Ben Adou (1) Marocco
Ait Benhaddou
Ait Ben Adou (2) Marocco
Ait Benhaddou
Ait Ben Adou (3) Marocco
Ait Benhaddou

Proseguiamo verso gli studi cinematografici Atlas di Ouarzazate dove sono esposti i set e gli arredi di molti film americani di successo che sono stati girati qui (Il goiello del Nilo, Kundun, e molti altri). A Ouarzazate trascorreremo la notte.

Atlas Studios Ouarzazate
Atlas Studios Ouarzazate
Ouarzazate Marocco
Ouarzazate

Giorno 3 | Attraverso la Valle del Draa, arrivo a Merzouga , in cammello verso Erg Chebbi

Da Ourzazate procediamo in direzione sud-est verso la Valle del Draa dove un sottile corso d’acqua alimenta un’oasi lussureggiante. Passiamo l’Oasi carovaniera di Agdz, con una splendida palmeraie ancora incontaminata, attraversiamo i villaggi di N’Kob, Tazzarine e Alnif. A differenza di Marrakech, qui non c’è traffico, folle di turisti, assedio di mendicanti ma i posti di blocco sono frequenti e Hamid è scrupoloso e prudente. Attraversando lentamente i numerosi centri abitati incrociamo tanti ragazzi che tornano a casa da scuola e che spesso ci salutano. Sono davvero stupita dall’ordine e dalla pulizia di questi villaggi.

Vette innevate dell'Alto Atlante Marocco
Vette innevate dell'Alto Atlante
Valle del Draa Marocco
Valle del Draa

Da Merzouga proseguiamo col cammello, i bagagli verranno trasportati in auto. Con noi dobbiamo solo portare uno zainetto con l’acqua, coprire la testa e indossare gli occhiali da sole.

In groppa ai cammelli, in meno di mezz’ora siamo all’accampamento dove passeremo la seconda notte.

La struttura è davvero bella. In ogni tenda c’è una camera con letti veri e propri, lenzuola, coperte, piumoni e bagno. Davanti ad ogni tenda, un tavolino con tè e frutta secca. Approfittiamo della luce del tramonto per fare qualche foto e rotolarci giù dalle dune e poi ceniamo nella tenda ristorante dove ci servono un ottimo tajine con le prugne.

Ma con il buio è arrivato all’improvviso un freddo intenso, dobbiamo indossare tutto quello che abbiamo, calzini, jeans, pile e infilarci sotto le coperte. Fuori, gli altri ospiti si godono la serata con l’intrattenimento dei canti tradizionali berberi.

Accampamento Erg Chebbi 1
Accampamento Deserto Erg Chebbi (2
Deserto Erg Chebbi Marocco
Erg Chebbi Marocco

Giorno 4 |  Visita a Erfoud, la zona dei fossili,  le Gole del Todra, arrivo a Boumalne du Dadès

Dopo colazione ritorniamo a Merzouga con i cammelli e  proseguiamo verso Rissani e Erfoud. E’ la zona dei fossili, in particolare trilobiti del Paleozoico, terreno di caccia dei numerosi collezionisti prevenienti da tutto il mondo. Attraversiamo Tinejdad e Tinherhir lungo una strada che si snoda tra palmeraies e villaggi berberi.

Il percorso è tutto curve e all’improvviso alte pareti di roccia rosa e grigia si chiudono intorno alla strada, siamo alle Gole del Todra, una grande faglia che taglia la pietra calcarea, così stretta in alcuni punti che vi passa a malapena un fiume. Una delle mie figlie comincia a star male. Ci fermiamo e poco dopo arriva un ragazzo che le offre una lattina di Coca Cola, carinissimo, non c’è stato verso di pagargliela.

Per la notte stiamo nell’affollato Hotel Xaluca Dades a Boumalne du Dadès.

 

Gole del Todra Marocco
Gole del Todra, Wikimedia Commons

Giorno 5 | Attraverso la Valle delle Rose e l’Oasi di Skoura

Oggi, attraversiamo la Valle delle Rose. Tra fine aprile e la prima settimana di maggio tutta la valle si riempie di rose selvatiche che crescono nei cespugli. Secondo la leggenda furono portate da Damasco dai pellegrini di ritorno dalla Mecca. Queste rose del deserto sono particolari non solo per il loro colore, ma soprattutto per il profumo, molto marcato rispetto agli altri tipi di rosa che si possono trovare nella zona. Invisibili in inverno, in questo periodo della primavera i loro petali colorano i villaggi. Le donne e i bambini le raccolgono per farne ghirlande da vendere, per abbellire le case, per estrarne oli e profumi.

Sulla via del di ritorno ci fermiamo in un laboratorio dove realizzano tappeti con il telaio tradizionale. Fin dalle origini, la tessitura viene praticata dalle donne di tribù nomadi e seminomadi delle zone di montagna o rurali. La tecnica di lavorazione si tramanda da madre in figlia da una generazione all’altra conservando così tradizioni e simboli antichi. I tappeti berberi sono frutto di millenni di fantasia e abilità delle donne berbere che, prendendo ispirazione dalla natura, realizzavano questi capolavori per uso personale e quotidiano.  Per quanto riguarda i materiali, la lana di pecora è tradizionalmente la più utilizzata ma ad oggi, oltre alla lana vengono utilizzati anche diversi materiali come il nylon naturale e l’olefina e spesso i tappeti marocchini vengono realizzati con filati misti composti da diversi materiali. Qualunque sia il composto, il risultato è comunque di tappeti di ottima fattura, molto resistenti e morbidi. 

 Proseguiamo attraverso l’Oasi di Skoura, chiamata anche l’Oasi delle Mille Kasbah. Nell’oasi vive oggi qualche migliaio di persone, ma un tempo era molto più popolata ed ospitava anche una grande Sinagoga per la presenza di una  comunità ebraica molto importante e dedita ai commerci. Da qui passava la via carovaniera che attraversava il deserto e arrivava a Marrakech.

Poi ripercorriamo la via fatta due giorni prima, Ouarzazate, i Monti dell’Alto Atlante e giù di ritorno a Marrakech.

Sono stati 4 giorni intensi, abbiamo percorso molti chilometri attraversando tanti luoghi diversi.

Gli ultimi due giorni ci coccoleremo al Riad Alma, una struttura molto raffinata al centro di Marrakech.

Valle delle Rose Marocco
Valle delle Rose
tessitura tappeti a Ait Ben Adou
tessitura tappeti a Ait Ben Adou

Al tramonto andiamo alla Jemaa el-Fnaa, la vasta piazza principale di Marrakech dove il trambusto e il teatro di strada si svolgono senza interruzione dal 1050 circa. Incantatori di serpenti, artisti del tatuaggio, venditori d’acqua, acrobati, attori di strada, musicisti, cuochi…..dal 2001 la piazza è stata dichiarata dall’UNESCO Capolavoro del Patrimonio Orale e Immateriale dell’Umanità. 

Per la cena stavolta seguiamo i consigli della mia fida Lonely Planet e cerchiamo, nel Souq Ablueh, Hadj Moustafa, una bancarella dove pare sia possibile gustare la miglior tanjia di Marrakech, un tipico piatto di agnello o manzo fatto cucinare  lentamente sotto la cenere, in un vaso di terracotta. Effettivamente il posto è estremamente caratteristico e la carne eccezionale.

tanjia Marrakech
tanjia di agnello cucinato sotto la cenere

Giorno 6 |  Visita a Jardin Majorelle,  passeggiata ai giardini de la Ménara, relax con Hammam

Tra i luoghi da vedere assolutamente a Marrakech, c’è senza dubbio Jardin Majorelle, la splendida villa appartenuta a Yves Saint Laurent con il suo magnifico giardino dalle 300 specie di piante.  Lo stilista ed il suo compagno la acquistarono negli anni ’80 e successivamente la donarono alla città. La villa custodisce anche un’interessante mostra delle collezioni dello stilista.

Jardin Majorelle Marrakech
Jardin Majorelle Marrakech, Wikimedia Commons
Jardin Majorelle Marrakech 2
Jardin Majorelle
Jardin Majorelle Marrakech 3
Jardin Majorelle

Nel pomeriggio, dopo una passeggiata ai Jardins de la Ménara, giardini pubblici con prati e grandi bacini d’acqua, ci concediamo un hammam, il tradizionale lavaggio del corpo seguito da un gommage esfoliante effettuato con la tipica argilla nera marocchina.

Giorno 7 | Passeggiata al Mellah, e visita alla Maison de la Photographie

Ultimo giorno. Oggi andiamo al Mellah, il quartiere ebraico, dove c’è la sinagoga della piccola comunità ebraica della città, alla quale si accede da un’anonima porta che si apre su un grazioso cortile bianco e blu. Il Mellah risale alla metà del ‘500 ed era il cuore nevralgico di una nutrita comunità ebraica dedita ai commerci, soprattutto di zucchero, ed alle attività bancarie ma anche artigiani, gioiellieri e sarti. Il quartiere ebraico è rimasto per molto tempo  una città nella città, separato  da mura che potevano essere attraversate solo a piedi nudi dagli abitanti. Agli ebrei veniva quindi concesso di vivere a Marrakech in una sorta di isolamento e per questo per approvvigionarsi avevano un mercato proprio. Le due porte di accesso venivano chiuse alla sera e durante il giorno erano pattugliate da guardie per controllare le entrate e le uscite.

Quindi proseguiamo per la Maison de la Photographie un interessante archivio fotografico privato che comprende fotografie, cartoline, giornali, cartine e documentari raccolti tra il 1879 ed il 1960.

Portoni Marrakech 2
Scorci di Marrakech
Portoni Marrakech 1
Scorci di Marrakech
Sinagoga Marrakech
Il cortile della Singaoga di Marrakech
Maison de la Photographie Marrakech
Maison de la Photographie Marrakech

L’ultima serata la trascorriamo cenando sulla bella terrazza del nostro Riad.

Questo viaggio mi ha fatto scoprire un paese molto civile. Gli standard igienici sono stati talvolta sorprendentemente superiori rispetto ai nostri, bagni sempre forniti di sapone e carta igienica, spesso un addetto assicura la pulizia in cambio di qualche spicciolo. Certo la tradizione vuole che nei souk le merci e i cibi siano esposti sulle bancarelle senza nessun tipo di protezione, quindi è bene avere con sé prodotti igienizzanti, medicinali per eventuali problemi intestinali, evitare i cibi crudi e bere solo acqua in bottiglia ma in fondo basta qualche piccolo accorgimento per rendere il Marocco indimenticabile piuttosto che da dimenticare.